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I   nostri   apiari

L'apiario principale si trova sul monte Castra, l'estrema propaggine

delle Orobie bergamasche prima della Pianura Padana,

alle porte della splendida Valle Imagna. 

E' immerso in un incontaminato bosco di castagni,

su un colle che deriva il suo toponimo dalla presenza,

in epoca romana, di un accampamento fortificato

e dotato di un acquedotto di cui restano alcuni resti archeologici.

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Per decenni martoriato da una sconsiderata

attività estrattiva di quarzo, il monte Castra è stato anche interessato,

negli ultimi anni, dal progetto di una discarica di rifiuti speciali

derivanti da lavorazioni industriali, che avrebbe dovuto sorgere

nell'invaso sul versante nord della montagna, già irrimediabilmente ferito ed attualmente sotto sequestro forestale

(per maggiori informazioni sulla vicenda cliccare qui).

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In questo senso, l'apiario di Castra contribuisce alla salvaguardia della biodiversità e svolge un'attività di presidio ambientale.

Veduta di Almenno S. Salvatore
Veduta della giogaia del Resegone
Muggiti
Baita ai piedi del monte Cancervo
Veduta monte Venturosa
Taleggio
Veduta notturna del Passo Baciamorti
Veduta abitati Pizzino e Sottochiesa
Pascolo valdimagnino
Veduta della Valle Imagna
Veduta della Valle Imagna
Agro del Lemine, monte Linzone

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Il secondo apiario si trova nella frazione di Pizzino, in Val Taleggio, su uno sperone roccioso conosciuto come Corna di Pizzino.

Qualcuno un giorno ebbe a definire la Val Taleggio come la piccola Svizzera Bergamasca, un angolo delle Orobie particolarmente verde, dolce ed accogliente, a circa 1000 metri di quota sul livello del mare.

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È collegata alla Valle Brembana attraverso il famoso Orrido, una via buia ed angusta scavata nella dolomia, dentro le viscere della montagna, lungo il corso tortuoso ed ancestrale del torrente Enna. 

Il valico del Culmine San Pietro, invece, congiunge le contrade di Taleggio alla Valsassina.

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Con scenari che ricordano quelli cantonali ticinesi, la vallata si apre su estese macchie boscose, immensi pascoli e, sotto le giogaie rocciose del monte Cancervo, paesini sparsi con le caratteristiche abitazioni dai ripidi tetti in piode, che costellano il cosiddetto paesaggio dei tetti neri.

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È qui che si produce, ancora come una volta, il delicato stracchino Taleggio, tipico della Valle.

Nei secoli germogliarono anche inestimabili gioielli urbanistici, come il minuscolo abitato di Fraggio e il solitario santuario di Salzana, con la sua prospettiva mozzafiato sul monte Resegone.

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È terra di confine ed ataviche leggende, come quella del Passo Baciamorti, legate soprattutto alle immemori contese tra la Repubblica di Venezia e il Ducato di Milano, tra guelfi e ghibellini.

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